Mentre il Pd ragusano è ancora in cerca della propria o delle proprie identità e in attesa, dunque, di decidere cosa vuole fare per le amministrative a Ragusa, l’Italia dei Valori non ha di questi problemi ed è pronta, per questo, ad andare avanti per la propria strada. Come a dire che gli altri, se vorranno, saranno sempre in tempo a rincorrerli.
Dopo l’annuncio del coordinamento cittadino di Idv, che ha chiesto al proprio principale punto di riferimento politico, Giovanni Iacono, di candidarsi a sindaco, è Iacono stesso a tracciare un percorso in cui si sente ormai sicuro: “Del resto – dice – il primo passo è stato fatto e almeno ci siamo tolti dalla palude in cui ci eravamo cacciati, dato che sembrava che a Ragusa ci dovesse essere un solo candidato”.
Da che parte guardate adesso?
Stiamo facendo diverse esplorazioni sulla nostra proposta, incontrando movimenti civici e associazioni, per promuovere insieme un programma dal basso. Abbiamo già raccolto le prime adesioni e vediamo questa strada come percorribile.
Questo dove lascia i discorsi che si erano aperti con il centrosinistra e in particolare col Pd? Determina una preclusione?
Non c’è alcuna preclusione, ma è evidente che il Pd ha parecchi problemi: loro stessi avevano deciso di fare un percorso, che ci avevano sottoposto, e che ora è saltato. Già allora avevamo fatto presenti i nostri tempi e le nostre idee. Sono convinto che sia difficile cimentarsi nella competizione come coalizione e che bisogna invece andare oltre i vincoli più o meno ideologici: la città in questo momento non ha bisogno di una forte polarità destra-centro-sinistra, ma di un forte programma alternativo a ciò che si è fatto fino ad ora.
E su questo tipo di programma che tipo di convergenze si aspetta?
Vedo che oggi c’è un’ampia possibilità di condivisione di punti su cui noi abbiamo fatto in passato battaglie, molte volte in solitudine, e che oggi altri sono pronti a sposare. Si può ragionare anche con soggetti che in passato potevano sembrare lontani da noi.
Del Movimento 5 Stelle cosa pensa?
Non mi preoccupo di loro perché le loro tematiche sono le nostre: quello che oggi dice Grillo – la lotta alla malapolitica e alla casta innanzitutto – sono cose che noi diciamo da anni. Non c’è un solo punto del programma del Movimento 5 Stelle che mi trova in disaccordo: non dialogare sarebbe un controsenso frutto tutt’al più di un pregiudizio inutile. Per molti versi parliamo la stessa lingua.
Ha parlato di programma alternativo al passato. Quali devono essere i principali punti di discontinuità?
Dobbiamo parlare di buona e sana occupazione attraverso lo sviluppo sostenibile e l’investimento in cultura. Bisogna dare centralità al centro storico, invertendo completamente la logica che c’è stata fino ad ora, priva di pianificazione. E dobbiamo lavorare sulle piccole e medie imprese per creare circoli virtuosi: in altre parti del mondo ci sono esempi a cui ispirarsi, per quanto riguarda i rifiuti, le energie rinnovabili, eccetera. E poi c’è il Parco degli Iblei: sciaguratamente la passata amministrazione ha eliminato i vincoli dalle zone più belle del nostro territorio, mentre il nostro punto di vista è esattamente opposto. Ma il programma completo lo costruiremo e lo condivideremo pubblicamente nei prossimi giorni.