L’ultima tappa terrena di Don Pietro Scollo non poteva essere la navata di una Chiesa, per quanto la sua sobria ma sincera religiosità e la sua fede in Dio lo abbiano accompagnato in tutti i giorni della sua vita, e in tutte quelle domeniche in cui andava a Messa alle 7 del mattino, prima di partire per la trasferta con la squadra.
La sua ultima tappa doveva essere per forza il campo, quello a bordo del quale ha camminato per tutti i suoi 93 anni, quello dove i suoi ragazzi lo hanno sempre trovato pronto a dare un aiuto e a dire una parola.
E sono stati proprio loro, i ragazzi del Modica Calcio, che, dopo esserselo portato a spalla fuori dalla Chiesa di San Pietro, consegnandolo all’abbraccio della sua città, hanno preteso una tappa al campo, la sua vera casa, dov’è rimasto il suo cuore.
È stato un pomeriggio di grande commozione, quello di oggi, per Modica. Un pomeriggio di legami forti, di condivisioni intense. Un pomeriggio di parole vere, dette col cuore.
Le parole urlate, sulla scalinata della Chiesa, dagli ultras del Modica che hanno accompagnato l’uscita di Zio Pietro come il trionfo di un grande, mitico giocatore.
E prima, in Chiesa, le parole piane e rinfrancanti, nella voce rotta di Don Corrado Lorefice. Il parroco della Chiesa madre ha scelto letture adatte a parlare dello Zio Pietro come di un uomo sapiente: “la quercia di Modica”.
“Tutti noi che siamo qui oggi siamo un segno visibile di ciò che lascia quest’uomo meraviglioso, che ci raduna ancora una volta come comunità cittadina, nel segno di alti valori umani”, ha detto don Corrado all’inizio della celebrazione, accogliendo un intero popolo arrivato in pellegrinaggio: c’erano tutti oggi, a San Pietro, e c’erano soprattutto i tifosi e gli sportivi accorsi da ogni angolo della Sicilia e anche d’Italia per salutare lo Zio Pietro. Tutti amici, tutti come fratelli tenuti insieme dall’affetto per lo stesso padre.
“E’ una società che manca di padri, la nostra – ha detto appunto Don Corrado – e allora non lasciamoci scappare una così grande testimonianza, una così grande possibilità di fiducia nei confronti di un uomo che è diventato un punto di riferimento perché ha vissuto sempre al suo posto, fino in fondo, con la sua sostanza semplice e umile. Ognuno di noi potenzialmente può essere come lui, che è stato speciale perché ha vissuto la sua vita seriamente. E la vita di Don Pietro è dentro una città che continua: che la comunità di Modica possa, allora, custodire e far fruttificare questo grande dono che ha ricevuto con la sua presenza”.