Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica si è riunito a Modica. E’ la prima volta che accade, almeno negli ultimi anni. Lo scopo, quello di rispondere agli allarmi per l’aumento degli episodi malavitosi, soprattutto quelli legati alla microcriminalità e al vandalismo. E’ stato predisposto un piano che vede la collaborazione tra le forze dell’ordine presenti nel territorio in modo che possano essere intensificati i controlli. I problemi da superare, tuttavia, sono sempre gli stessi: carenza di organico e mezzi per Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia municipale; casse al verde al Comune di Modica che non è in grado di assicurare un sistema di videosorveglianza in città. Il sindaco invoca l’intervento della Regione dove, a quanto pare, la Contea non ha “santi in paradiso” (leggasi onorevoli che, a Modica, vengono solo per insaccare voti dimenticando, una volta eletti, gli impegni e le tante promesse). Una considerazione, a questo punto, appare legittima: l’emergenza economica diventa anche un problema connesso alla sicurezza del territorio. Basta pensare alle troppe stradine al buio nel centro storico e all’illuminazione pubblica diventata un ricordo nei quartieri più popolati: non ci sono i soldi per sostituire le lampade bruciate e l’Enel – a causa del credito vantato nei confronti del Comune – non esegue gli allacciamenti per i nuovi impianti. Anche in questa direzione, crediamo, dovrebbe muoversi il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Le strade buie sono un “incentivo” per la piccola delinquenza, per i ladri di appartamento, oltre che per i vandali. Buon lavoro, dunque, alle forze dell’ordine impegnate a dare risposte alla città.
A meno che non si voglia continuare nell’emergenza criminalità. Che una conseguenza “positiva” potrebbe, per assurdo, averla: il mantenimento del Tribunale in un territorio che verrebbe definito “a rischio criminalità” come è accaduto per il vicino Tribunale di Caltagirone, città certamente conosciuta più per le ceramiche che per la criminalità organizzata. Una provocazione, la nostra. Ma sollecitata, anche, dal fatto che il presidente del Tribunale di Modica ha già dato disposizioni per il rinvio dei processi in proseguimento davanti ai giudici del Tribunale di Ragusa senza aspettare le decisioni della Corte costituzionale sul ricorso presentato contro la soppressione dei Tribunali sub provinciali. Perché questa fretta di “smantellare” una istituzione con colpi di piccone inferti anche dagli stessi inquilini?