Crocetta insiste nel suo tentativo di rinviare al 2014 le elezioni per le Province, magari con la speranza che nel frattempo il Governo nazionale prenda un provvedimento chiaro in materia e che la Regione, pur essendo a Statuto speciale, possa semplicemente allinearsi. Ma anche su questo punto, anzi soprattutto su questo punto, il Governatore deve fare i conti con i grillini.
Il Movimento 5 Stelle è infatti assolutamente determinato a fare pressione per quello che viene considerato un punto imprescindibile nell’ottica della riduzione dei costi della politica: l’abolizione delle Province e la nascita dei consorzi di Comuni. Di questa idea anche la deputata grillina iblea Vanessa Ferreri: “Abbiamo già presentato un nostro ddl sull’argomento – annuncia – e non vediamo alcun motivo di perdere tempo”.
Nello Dipasquale è convinto che su questa base si possa, in realtà, trovare un accordo con i grillini: “Andare a votare in primavera vuol dire andarci con le vecchie regole e lasciare in essere le province così come sono. Ho avuto modo di ribadire al Presidente la mia idea che si debbano fare i consorzi dei Comuni e andare a elezioni di secondo livello: questo vorrà dire l’azzeramento dei costi della politica, che è quello che vogliono anche i grillini. Se rinviare vuol dire realizzare questo obiettivo, sarò felicissimo”.
Di un simile avviso è anche Pippo Digiacomo: “Non ha alcun senso andare a votare per le Province se prima non si rivede l’assetto delle Province stesse, non solo in termini di spending review, dunque di riduzione degli organi rappresentativi e dei costi. Dobbiamo cogliere questa occasione per ridefinire mansioni e ambiti dell’attività amministrativa delle Province e questa certo non è cosa che si può fare in un mese. Peraltro è pià sensato che questa riforma si faccia in modo conforme all’orientamento nazionale, per evitare un disallineamento totale”.
Ma se c’è, in fondo, un generale accordo sulla necessità di fare la riforma, non tutti lo sono su come questa riforma debba essere fatta.
Il deputato dell’Udc Orazio Ragusa ritiene che “non si possano mantenere le Province, mentre nel resto d’Italia l’orientamento è esattamente l’opposto: con piccoli ma grandi passi dobbiamo diventare un’isola europea. Ma – puntualizza Ragusa – la preoccupazione della politica dev’essere quella di farsi carico in modo serio ed equilibrato anche di come continuare a garantire i servizi ai cittadini. Non ci si può limitare agli slogan sull’abolizione delle Province e sulla riduzione dei costi della politica: ci sono servizi di cui oggi si fa carico la Provincia (il trasporto dei disabili per gli istituti superiori, la manutenzione delle strade provinciali) su cui bisogna che si prenda coscienza e che ci sia chiaro come verranno rimodulati”.
Giorgio Assenza, PdL, la pensa in modo completamente diverso: “Noi siamo dell’idea che le province non si debbano abolire ma rivitalizzare e funzionalizzare con competenze più ampie e riducendo all’osso gli organi rappresentativi e i loro costi. Alle Province si possono assegnare moltissimi compiti intermedi, in particolar modo delegate dalla Regione. Per fare questo c’è bisogno di una riforma, ma basta la volontà per farla subito e l’idea del rinvio è solo una furbata di Crocetta: la nostra Regione ha uno statuto speciale e può farla autonomamente, non c’è bisogno di aspettare cosa si deciderà a livello nazionale: dobbiamo decidere adesso”.