“I pozzi di acqua potabile di competenza del fiume Irminio, in particolare le sorgenti “Scribano Oro” e “Misericordia”, sarebbero interessati da inquinamento organico provocato da alcune stalle ubicate nei paraggi sulle quali si sta concentrando l’attenzione del Genio Civile, dell’ASP, dei NAS e dell’ARPA. Ci auguriamo che lo stesso zelo sia riscontrabile per la discarica dei rifiuti solidi urbani di contrada Cava dei Modicani, situata a monte dei pozzi d’acqua B1 e B2, scavati a pochi metri dal fiume Irminio e da dove il Comune di Ragusa prende una parte di approvvigionamento idrico per la città”.
E’ una delle prime valutazioni compiute dall’Aras, l’associazione regionale degli allevatori che interviene su quanto accaduto nelle ultime settimane a Ragusa.
Fatta la premessa iniziale, l’Aras “esprime preoccupazione per gli allevatori di quelle aziende destinatarie del provvedimento di sequestro e che da settimane sono oggetto di controllo da parte delle autorità che hanno rilevato l’eccessiva concentrazione di deiezioni degli animali in azienda, quantità che potrebbero inquinare le falde idriche della zona. Ma – ribadisce l’Aras – ancora non vi è certezza assoluta, dato che il sequestro di alcuni allevamenti è avvenuto soltanto per la disattenzione di norme igieniche, e non per inquinamento”. L’associazione di categoria in una lunga requisitoria ritiene che alcune osservazioni poste dalle autorità, con le conseguenti misure da adottare per risolvere il problema, siano lesive per gli allevatori e nella conseguente gestione delle stesse aziende zootecniche. L’Associazione regionale degli allevatori siciliani è dunque allarmata. “Nulla togliendo alla gravità del problema, a cui senz’altro bisogna trovare una soluzione condivisa – sostiene nella nota il Direttore Regionale Carmelo Meli – ritengo che i regolamenti, prima di essere repressivi, debbano essere educativi”. Meli conclude la nota “confidando nel buon senso e nell’intelligenza delle Istituzioni che vigilano in materia”.
Gli allevatori chiedono che gli enti preposti si riuniscano attorno ad un tavolo, coinvolgendo allevatori e altre categorie produttive, per stipulare un documento programmatico con delle linee guida per mettere in condizione gli imprenditori zootecnici di stabilire cosa fare, se investire nelle aziende per rientrare dalle infrazioni o far confluire le loro energie finanziare verso altri progetti.