A due anni dalla scomparsa di Douda, la Cgil torna a chiedere verità e giustizia e lo fa con una nota diffusa dal segretario generale Peppe Scifo.
Douda Diane era un lavoratore ivoriano scomparso da Acate. L’ultima sua traccia consiste in un video-denuncia da lui realizzato nello stabilimento dell’azienda di calcestruzzi nella quale lavorava.
“Sono trascorsi due anni dal quel 2 luglio 2022- scrive Scifo- e nessuna verità è venuta fuori dalle indagini. In questi giorni la morte a Latina di Satnam Singh, ferito dopo un incidente sul lavoro e lasciato morire dissanguato senza un braccio dopo che è stato riportato e buttato per strada davanti la sua abitazione, ci ha subito fatto pensare alle due storie tragiche, se ben distanti nel tempo e nello spazio, di Daouda e Satnam. Daouda nel suo videomessaggio rivolto ai suoi amici e parente in Costa d’Avorio ripeteva sempre ‘qui il lavoro è morte'”.
“Eppure- scrive ancora Scifo- la scomparsa di Daouda ci riporta ai metodi già conosciuti in questa nostra terra, la lupara bianca, l’eliminazione di ogni traccia perché va cancellato ogni elemento che possa ricondurre alle cose denunciate. Se questo è quello che è accaduto, e il mancato ritrovamento di tracce di ogni tipo, compreso l’eventuale corpo, è chiaro che ci troviamo di fronte a fatti di enorme gravità e la pericolosità di soggetti in libertà che operano da criminali dentro l’economia ufficiale, testimoniando quell’intreccio tra criminalità e affari apparentemente leciti. La scomparsa di Daouda e la mancanza di una verità apre una grande ferità nelle coscienze di questa comunità, che finora si è dimostrata poco sensibile di fronte a fatti così gravi e feroci. Chiediamo verità e giustizia per Daouda e per tutte le vittime di sfruttamento e violenza frutto di un’economia criminale che negli ultimi anni sempre di più riesce a nascondersi dietro maschere societarie”.