Un’anziana donna cardiopatica lasciata su di una sedia del Pronto Soccorso per 12 ore con una diagnosi di broncolpomonite, corretta oggi in infarto in corso. Una storia assurda, una storia purtroppo di ogni giorno. Parliamo del Pronto Soccorso di Modica, terra di nessuno, terra di poveri malati in cerca di cure e soprattutto di attenzione. Attenzione che quando si è in cento a chiederla a tre, tra medici e infermieri, è difficile da ottenere. A scriverci è la signora Marisa Scivoletto che in un’accorata lettera ha raccontato la storia dell’anziana zia che ieri mattina è stata portata al pronto soccorso accusando difficoltà di respiro e dolori al petto. Già operata al cuore nel centro coronarico di Ragusa, l’anziana donna è arrivata in ospedale alle 8:30. Alle 11, due ore e mezza dopo, è portata in cardiologia per essere visitata. La diagnosi, supportata dal controllo radiologico parla di broncopolmonite al lato destro. Da quell’ora, poco prima di mezzogiorno, la donna rimane seduta su una sedia al pronto soccorso con una flebo appesa. “Solo verso le 20 viene messa in un lettino, ma sempre al pronto soccorso. Sono trascorse 11 ore ma di ricovero non se ne parla perché di letti non ce ne sono. Il pensiero corre subito ai tagli alla sanità con relative maledizioni più che giustificate. Solo l’assunzione di responsabilità da parte del medico in servizio al pronto soccorso permette il ricovero di mia zia in geriatria appoggiandosi però in ortopedia, cosa peraltro vietata da una circolare manageriale. Nel frattempo sono state superate le 12 ore di attesa, una tortura per qualsiasi persona in salute, un’eternità se a sopportarla è un’anziana cardiopatica”. In queste 12 ore, la nipote che ci ha scritto ha potuto assistere alla giornata tipo del pronto soccorso modicano. “Frenesia, confusione, pianti, lamenti e urla. Un girone dantesco che racchiude persone che non hanno certo peccato per essere là dentro. A questo punto mi chiedo:ma la qualità della nostra vita a chi l’affidiamo? al manager di turno che con i piedi sotto la scrivania che decide che mia zia di 85 anni cardiopatica stia seduta su una sedia per 16 ore? Vorrei conoscere questo manager – scrive la signora Marisa – e consigliargli di passare un turno in pronto soccorso, uno solo. Poi di passare in rassegna gli operatori sanitari e ringraziarli di persona per il lavoro fatto in condizioni estreme”. Sono le ore 22:45, la signora Maria finalmente può stirarsi su un letto. Oggi a mezzogiorno ha saputo che da ieri aveva un infarto in corso.