Nell’aprile 1946, data storica per il motociclismo internazionale, nasce la Vespa: lo scooter per eccellenza, il più venduto ed imitato. Creatore di questo splendido gioiello di semplicità meccanica è l’ingegnere Corradino D’Ascanio, generale dell’Aereonautica, che progetta un nuovo ed economico strumento per la mobilità degli Italiani. Caratteristiche distintive presenti dal prototipo agli esemplari oggi in produzione sono: telaio in lamiera stampata a scocca portante; forcella anteriore monobraccio; motore a sbalzo con trasmissione diretta. Il successo è immediato e in pochi anni invade le strade di tutti i continenti, grazie a piccoli ma continui affinamenti e migliorie di anno in anno.
Il modello che prenderemo in esame è “la faro basso” del 1954, ossia caratterizzata dalla presenza del faro anteriore posizionato in modo solidale al parafango anteriore. Rispetto ad i primi esemplari questo modello è cresciuto nella cilindrata passando da 98 a 125 cc; il colore della carrozzeria prima argento metallizzato poi verde metallizzato diventa grigio sabbia chiaro, unico e solo colore disponibile; trasmissione del comando del cambio a cavi Bodwen e non più a bacchette; sospensioni anteriori e posteriori con ammortizzatori idraulici; oltre ad una miriade di piccoli aggiornamenti voluti per migliorare confort, efficienza e prestazioni.
Questo modello è stato ritrovato in condizioni pessime, sia meccaniche che telaistiche. La scocca della carrozzeria presentava segni di grande sofferenza per cui dopo lo smontaggio è stato necessario procedere a sabbiatura integrale e ripristino delle sagome originali. Altro importante passaggio è stato l’antiruggine rosso, in alcune parti deve rimanere in vista, ed infine la verniciatura rispettando la tinta originale dell’epoca. Oggi grazie a innumerevoli club ed associazioni si riesce a trovare il codice esatto della tinta.
Discorso analogo per la meccanica. Il motore è stato smontato dalla scocca, aperto e sostituito tutte le parti soggette ad usura quali: pistone, fasce elastiche, cuscinetti, paraoli, contatti e condensatore, dischi frizione ecc. Ovviamente è scontato che quando si parla di Restauro esso venga eseguito con la “R” maiuscola e che quindi tutti i ricambi siano originali al modello in esame.
Le parti in metallo non verniciate hanno bisogno anche di attenzione: lucidatura, sabbiatura e spazzolatura per i pezzi in alluminio; zincatura, cromatura lucida e cromatura opaca per le parti ferrose.
Procurate le parti mancanti o logorate si passa finalmente all’assemblaggio, eseguito con grandissima cura per evitare di danneggiare o graffiare il lavoro svolto fin ora. Finito l’assemblaggio dei componenti si procede alla parte più emozionante del restauro…l’avviamento! Se abbiamo lavorato bene la Vespa parte al primo colpo e verremo ripagati da tutti gli esborsi di denaro e dalle fatiche notturne in garage. Bene, andiamo a farci un giro…
Con la collaborazione di Michele Frasca – Tecnico VCC Ibleo