Il consiglio comunale dovrebbe essere chiamato, tra non molto, ad esprimersi su una proposta che sta mettendo a punto il dirigente del settore Urbanistica, ingegnere Michele Scarpulla, relativa alla questione delle costruzioni in verde agricolo. Una vicenda annosa, che ha visto una forte contrapposizione con gli ambientalisti ed anche numerosi interventi della Procura, che proprio per vigilare sul rispetto delle norme ambientali ha nominato un super esperto. Il nodo centrale è l’interpretazione delle norme ed in particolare dell’articolo 48 delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale. C’è un parere dell’avvocatura comunale del 2007, reso dall’avvocato Sergio Boncoraglio, che dà una chiave interpretativa delle norme. Un intervento in termini “problematici”, nel senso che non dice esattamente come comportarsi, anche se un ulteriore intervento dell’avvocato Angelo Frediani, allora dirigente del settore avvocatura, sulla base di una sentenza, chiudeva la strada alle abitazioni che non fosse legate all’agricoltore. In questi anni, il Comune ha continuato a rilasciare concessioni, applicando il cosiddetto “lodo Torrieri”, una serie linee guida che consentirebbero di far costruire in zona agricola. Il neo dirigente, però, ha dato una specifica direttiva. “Il cosiddetto lodo Torrieri – spiega Scarpulla – non è più valido, ho dato disposizione agli uffici in tal senso”. Scarpulla, pur non volendo apertamente criticare quell’atto dell’ex collega dirigente, tuttavia non lo condivide. Il nuovo dirigente, comunque, non è contrario alle costruzioni di abitazioni in zona agricola. “Il documento che sto predisponendo – spiega – proporrà al consiglio comunale di dare un’interpretazione autentica della norma del piano regolatore. Essendo l’organo che ha approvato lo strumento urbanistico è l’organo che può dare l’autentica interpretazione sulle norme in esso contenute”. Per Scarpulla “è possibile realizzare un edificio a servizio del fondo, rispettando ovviamente una serie di criteri. Con questo intervento del consiglio, si verrà a superare la dicotomia che si è creata per quel parere del nostro ufficio legale. Il criterio deve essere non la qualità soggettiva, dello status di chi vuole realizzare l’abitazione che non dev’essere per forza agricoltore, ma la qualità oggettiva, ossia i criteri che devono essere adoperati”. Ad oggi tutte le richieste relative a costruzioni in zona agricola, eccezion fatta per quelle degli agricoltori, sono sospese in attesa di questo pronunciamento che, secondo il dirigente, dovrebbe mettere al riparo da ogni imprevisto (anche quello giudiziario) le concessioni e chi le rilascia. Ma la soluzione difficilmente piacerà agli ambientalisti.