A Palazzo dell’Aquila c’è non poca preoccupazione per la questione delle casse, sempre più vuote per via dei tagli, ma anche di “imprevisti” come il pignoramento di 1,5 milioni di euro per somme dovute all’Ato Ambiente.
E’ stata la ditta Busso Giuseppe, che operava a Modica, a chiedere il pignoramento. In realtà il Comune deve circa un milione all’Ato, ma la legge consente di chiedere il pignoramento della somma richiesta più il 50%: il totale dà appunto un milione e mezzo.
Spetterà adesso alla Banca Agricola Popolare di Ragusa, che tecnicamente è il “terzo pignorato”, valutare se bloccare quei soldi o meno. Il calcolo va fatto sulla base delle somme realmente pignorabili, perché ve ne sono alcune, semestralmente indicate dal Comune, che non si possono pignorare, come ad esempio quelle destinate agli stipendi.
Nonostante ciò, c’è timore tra i dipendenti per le conseguenze che questa situazione potrebbe causare sul pagamento delle spettanze.
Il dirigente del settore economico del Comune, Cettina Pagoto, prova a rassicurare: “Non ci sono problemi per gli stipendi di febbraio, le somme sono già accantonate. Aspettiamo poi i trasferimenti dello Stato e della Regione: pur essendo una situazione non facile, non bisogna essere pessimisti”. Anche il commissario Margherita Rizza riconosce che la situazione è difficile.
La parola d’ordine, in Comune, è “niente allarmismi”, ma le paure restano. Anche perchè i dipendenti solo pochi giorni fa protestavano per chiedere oltre due anni di arretrati per straordinari e salario accessorio. Una somma notevole, circa tre milioni di euro che, vista la situazione, il Comune avrebbe difficoltà a reperire, almeno in tempi brevi. L’udienza relativa al pignoramento si terrà il 4 marzo prossimo, ma solo in questi giorni si saprà se e quanto la Banca deciderà di “bloccare” dei fondi a disposizione del Comune. Le reazioni politiche non si fanno attendere. “Questo è un dato certo – spiega -, non sappiamo, però, ancora l’entità delle somme che ci verranno decurtate per avere sforato il patto”.
“Purtroppo, quello che noi andiamo dicendo da tempo si sta avverando. Ed è necessario che il commissario straordinario e i dirigenti comunali facciano chiarezza al più presto, non solo in sede di Consiglio comunale, ma anche e soprattutto nei confronti dei cittadini, sulle ragioni che hanno portato a questo stato di cose, anche perché questi debiti non sono gli unici”. E’ quanto afferma il coordinatore cittadino del Pid-Cantiere Popolare, Francesco Barone, il quale aggiunge: “Ci risulta un debito nei confronti dell’Asi per 2.200.000 euro e pensiamo che i debiti con l’Ato non si fermino qui. Ci sono inoltre, diversi decreti ingiuntivi, noi ne abbiamo circa 22 in mano”. Per il consigliere Mario Chiavola, occorre un atto di responsabilità di tutti “sulle scelte che dovranno essere fatte, indirizzate verso una gestione che possa essere il più oculata possibile”.