Immagino solo per pochi minuti, che scriverebbe oggi il grande Giovannino Guareschi…o forse, cosa non scriverebbe. Era facile ai suoi tempi fare una netta divisione tra i valori di centro ed i valori di sinistra. Ma talmente facile da poterli anche incarnare in due dei personaggi più celebri della nostra letteratura e della nostra cinematografia post bellica: Don Camillo e Peppone. E chi erano infatti i nostri due amici che per generazioni intere ci hanno rallegrato un po’ con le loro pellicole in bianco e nero? Erano la semplice rappresentazione di un’Italia che si affacciava alla democrazia rappresentata dai cattolici moderati, e dell’Italia rappresentata dagli ex partigiani comunisti. Ecco, era tutto molto semplice nella sua visione complessa ed analitica della politica. Bene, io provo ad immaginare Guareschi oggi. Poveretto…dovrebbe forse riscrivere la figura di Peppone che dopo essere stato trombato in qualche competizione elettorale, cercherebbe asilo politico magari in qualche movimento centrista creato sotto sotto da Don Camillo. E Don Camillo? Beh, magari lui per mantenere sempre viva la sua sagrestia, abbraccerebbe qualche politico mezzo di sinistra con trascorsi partigiani ma che sul letto tiene ben in vista il Crocifisso. E poi, via quegli orribili fazzoletti rossi dal collo! E via anche qualunque cosa possa assomigliare lontanamente ad uno scudo crociato. Ma che scudi, ma che crociate. I nuovi Peppone e Don Camillo, si incontrerebbero in un altro paese, forse anche di un’altra provincia, per studiare a tavolino come continuare a governare nel paesino di Brescello, senza farsi nessuna guerra. Si metterebbero d’accordo? Ma certo. Tanto male che andasse, si potrebbe sempre fare un altro partito a sangue misto, o un altro movimento che, per il bene della comunità , all’impronta del liberismo politico, potrebbe “ondivagare” da una parte all’altra…per il bene della gente, ovvio. Eh si, Guareschi forse farebbe così. O forse oggi, non esisterebbe più alcun Guareschi, metaforicamente parlando.