46 anni, sposata e con due figlie, esperta in fondi strutturali europei e in consulenza alle imprese edili, Margherita Gintoli è al 10° posto nella lista di Futuro e Libertà per la Camera dei Deputati. Pur essendo lontana dalla posizione utile, sta conducendo una campagna elettorale di partito e di testimonianza: “Finora ho cresciuto le mie figlie – dice – ma adesso riprenderò la mia grande passione e il mio grande impegno per la politica”.
Fli ha fatto una scelta precisa di collocazione per queste Politiche, a sostegno di Monti. Una scelta che segna una rottura rispetto al passato: lei, da militante, come la considera?
Essere rappresentanti politici di questi tempi sta diventando complicato. Abbiamo scelto di poterci riferire a qualcuno che quantomeno ci ha provato, tirandosi fuori da un sistema barbaro di tutela degli interessi privati.
Monti tuttavia potrebbe trovarsi nella posizione di costruire alleanze postelettorali: i vostri paletti quali sarebbero?
Solo quelli esposti nel programma elettorale: in questo momento l’emergenza è venire fuori dalla situazione attuale e credere che possiamo riuscire a risollevare l’Italia con serietà, associandoci a chi ha esperienza per farlo. In questo momento l’unico paletto è il bene comune. Di tutto il resto si discuterà e si chiarirà quando sarà il momento.
E per difendere le scelte del governo Monti, cosa sta dicendo alla gente in questa campagna elettorale?
Certo, è difficile, anzi quasi impossibile fare campagna elettorale. Ma in fondo la gente vuole solo essere ascoltata: io sto ascoltando molto, soprattutto le donne, lavoratrici della mia età, madri di famiglia che hanno il problema di dare un futuro ai loro figli. Se qualcuno si ferma a spiegare alla gente che Monti sta cercando di arginare i danni del passato, la gente lo capisce. Certo, non è possibile – e noi non ce la sentiamo – fare promesse e dire bugie.
Quali sarebbero in particolare le proposte da fare per la Sicilia?
In primis dare una soluzione al problema di liquidità di cassa della Regione, per sbloccare la situazione economica delle nostre aziende: se non le facciamo ripartire, saremo tutti perduti. Bisogna promuovere l’investimento nelle aziende, detassare le assunzioni, raccogliere il grande tesoro che c’è nella nostra terra e però alzare lo sguardo verso l’Europa e lo sviluppo.