“Una scelta di questo tipo, a prescindere dagli aspetti tecnici, sorprende, perchè appare in contrasto con la sensibilità della nostra gente, con la cultura dei Ragusani”.
Monsignor Paolo Urso, vescovo della diocesi iblea, interviene sulla proposta di istituzione di un registro comunale dei testamenti biologici, ossia le dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario, da attuare in caso in cui la persona dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte.
“La prima sensazione, davanti a questa notizia, è stata di sorpresa. Non c’è stata una riflessione pubblica, un confronto. Non so sulla base di quale istanza si sia arrivati a questa scelta, non credo la città abbia avuto contezza di ciò” – aggiunge monsignor Urso. “Qui a Ragusa – aggiunge il presule – c’è una significativa presenza di solidarietà. Una proposta di questo tipo mi sembra in contrasto con la sensibilità della gente che, in modo corale, sta lavorando per la creazione del Centro Risvegli Ibleo. Una struttura che sta nascendo dalla convinzione dell’importanza di stare vicini a queste persone e ai loro familiari”. Con la consueta pacatezza, dunque, il presule esprime il suo parere sul delicato argomento. Di testamenti biologici si era parlato circa un anno e mezzo fa, nel corso di un incontro al “Centro Studi Feliciano Rossitto”. Da parte del Comune – come ricorda il professore Luciano Di Natale, la cui figlia è in stato vegetativo da alcuni anni – c’era stata un’apertura in tal senso. Tuttavia non c’era stato alcun seguito né al dibattito né alle rassicurazioni. L’atto proposto dal commissario Margherita Rizza, in ogni caso, dovrà passare prima dalla commissione consiliare competente e poi dal consiglio comunale. Un tema estremamente delicato, comunque, che andrebbe affrontato in maniera adeguata, in modo che al dibattito possano partecipare un po’ tutti i cittadini.
[Fonte: Giornale di Sicilia]