Mommo Carpentieri per Territorio, Ignazio Abbate per l’Udc, Giorgio Cerruto per l’MpA/PdS: i nomi degli aspiranti candidati alla poltrona di sindaco che provengono dall’area di centrodestra si sono fatti tutti, in questi giorni, tranne quello che dovrebbe essere espresso dal PdL. Noi l’abbiamo chiesto direttamente al coordinatore cittadino, Michele D’Urso.
Un PdL stranamente silenzioso, il suo, ultimamente. Almeno sulle vicende che riguardano più da vicino la politica modicana…
Bè, subito dopo le elezioni regionali, com’è noto, il nostro impegno si è profuso prevalentemente nella vicenda del Piano di riequilibrio finanziario, che ci ha coinvolti come consiglieri: questo ha di fatto coperto ogni altro tipo di attività. Per il resto adesso siamo impegnati nella campagna elettorale per le elezioni politiche, dato che il nostro deputato uscente Nino Minardo è in una posizione prestigiosa e utile per l’elezione. La sua riconferma, quasi scontata, dovrà essere un punto di partenza.
Un punto di partenza per andare dove?
Per realizzare un rinnovamento, come non può non essere per un partito che esprime un parlamentare appena 35enne: vuol dire una rinnovata visione della politica e delle persone che la fanno.
E nel caso specifico di Modica, questo come dovrebbe realizzarsi?
Non voglio cadere nell’errore di parlare male del passato – in questo caso dell’attuale Amministrazione – e basta. La vera novità sarebbe quella di predisporsi alla gestione di una città che ha bisogno di essere riavviata, proponendo una precisa proposta politica. Io credo che ce ne siano tutte le condizioni, dato che il Piano di riequilibrio di fatto rappresenta un momento conclusivo e risolutivo della questione finanziaria, che è stata la madre di tutti i problemi. Adesso dobbiamo pensare alla città, cominciando col
ridare respiro alle attività produttive e al turismo.
E chi è, secondo lei, l’uomo ideale per guidare questo percorso?
Personalmente non credo che si possa partire dagli “uomini soli”, che avanzano la loro autocandidatura, pensando poi di essere inseguiti. Credo, al contrario, che si debba ricompattare un riferimento politico di centrodestra, chiamare tutti quelli che si identificano in quest’area al confronto e far emergere da questo sia la proposta politica sia gli uomini. Non solo il sindaco, dunque, che dovrà essere una persona autorevole e in grado di esercitare una leadership, ma anche una squadra di uomini disponibili ed effettivamente competenti.
Questa idea per il centrodestra è già in fase di attuazione? Non si direbbe, dato che sono già state avanzate e date per certe numerose candidature…
Secondo noi il segreto per vincere è quello di proporci con una coalizione quanto più ampia possibile, in grado di garantire governabilità e affidabilità. Diversamente si rischia di andare frantumatissimi, di dover cercare appoggi per opportunità dopo il primo turno e di farsi tagliare le gambe dai movimenti dell’antipolitica. Dentro una grossa coalizione il PdL non avrebbe l’esigenza di imporre necessariamente la propria candidatura: siamo disponibili a valutare insieme agli altri quale può essere la migliore.
E a questo tavolo lei immagina di vedere anche Territorio, movimento nato da una frattura col PdL, che adesso propone a Modica un candidato che è appena uscito dal PdL, come Mommo Carpentieri?
Per quanto mi riguarda sì, non ho preconcetti e penso che si debba lavorare sul progetto – che è quello di essere alternativi e innovativi rispetto a quello che c’è stato finora – dandogli ampio respiro. Il tavolo, dunque, sarà aperto a tutti e anche a Carpentieri, che è stato un amministratore e con cui sarei ben lieto di confrontarmi. Certo, se lui o altri preferiranno perseverare con la propria autocandidatura piuttosto che discutere, non potremo che prenderne atto e fare le nostre scelte.