“Venghino signori venghino ad ammirare il Modica calcio”. Quanta attesa per questa squadra quando la stagione cominciò. Quanta attesa per questo team così all’avanguardia, con tanto di merchandising e punto vendita rossoblù, tv web e profilo Facebook, addetto stampa h24 e stadio praticamente di proprietà (e come si erano arrabbiati gli oppositori di Buscema, il sindaco, quando il Cundari presidente se lo prese con il beneplacito del primo cittadino…).
“Venghino signori venghino!”. Mancavano solo gli elicotteri di berlusconiana memoria il giorno della presentazione, eppoi gli ingredienti per uno spettacolo che manco il Superbowl, c’erano davvero, tutti.
Il campionato di Eccellenza, con tante e tali premesse, doveva essere una sorta di inevitabile e poco digesto fastidio in una marcia trionfale degna dell’Aida, che avrebbe dovuto portare in men che non si dica il Modica sul proscenio pedatorio professionistico.
Giusto un paio di stagioni ovvero il tempo materiale di togliersi dalle scatole il massimo campionato dilettantistico regionale (l’Eccellenza) e quello nazionale (la serie D) e poi via di gran carriera fra i professionisti con campo di proprietà arricchito di negozi, ristoranti e pizzerie da fare invidia dall’Area 12 e allo Juventus Stadium. E Modica calcistica a sognare…
Sognare appunto. E basta più! Perchè solo di sogno di mezza estate (più o meno…) s’è trattato. Tutto finito già a Natale. Squadra che arranca, allenatori che cambiano, “rosa cangiante” che sembra la stazione “Porta Garibaldi” di Milano alle 8 del mattino tanta la gente che va e che viene, il presidente Cundari che scompare e non riappare, il campo diventato di terra battuta con le ruspe che non ci lavorano più e la “grandeur” che resta nel cassetto.
Perchè nel calcio (per amore o per forza), quello che conta non è la tv web in house o il profilo Facebook. E neppure la puntualità dei comunicati stampa (e forse proprio l’addetto stampa è la cosa migliore di questo Modica targato Cundari).
Ma il CAMPO; non quello attorno a cui fare nascere chissà che cosa, ma quello dove giochi e che ti dice se sei forte o no. E il Modica forte non c’è. Non c’era con Seby Catania alla guida e non c’è con mister Gallicchio. Non c’era con i dirigenti che nel frattempo hanno salutato e non c’è con quelli che adesso sono nei posti di responsabilità. Non c’era con i giocatori giudicati inadatti e non c’è neppur con quelli che sembrano migliori e per questo erano stati presi. Abbiamo perso il conto di quanti ne sono stati schierati nelle 20 giornate disputate. Una miriade!!! Tutte le idee sono belle… ma se hanno gambe per camminare. Altrimenti, restano solo idee. La verità è che qualcuno ha pensato in grande ed agito in piccolo. E che forse il business subodorato non diceva prima la squadra e poi il contorno quanto il viceversa.
E adesso? Adesso boh! Dei tanti proclami della vigilia, c’è solo un lontano sentore. La verità è che Vittoria, ad esempio, con molte meno chiacchiere e molti più fatti, se ne sta lì davanti e continua a mettere pepe al campionato e sale sulla coda dell’Orlandina. E Modica aspetta, tra Facebook e tv web, paillette e lustrini. Ed anche l’anno prossimo sarà Eccellenza. Così è se vi pare…