Un taglio netto ai servizi non obbligatori per legge, una sforbiciata con qualche ritocco per tutto il resto. Tuttavia, nonostante le proteste a cui si è assistito in queste settimane a Ragusa, complessivamente i servizi sociali comunali sembrano reggere ai tagli.
Abbiamo fatto un raffronto tra ciò che accade nei comuni di Ragusa, Modica e Vittoria. Le previsioni per il 2013, nonostante ovviamente ci sia sempre il rischio di rivedere le voci dei piani di gestione, i famigerati Peg che mettono in ansia assessori e dirigenti, non sono poi così drammatiche. Ovviamente, non sembra una pedanteria ripeterlo, sono solo previsioni.
Vittoria è il Comune più “virtuoso”: il taglio sarà di soli 80 mila euro
Chi “taglia” di meno è il Comune di Vittoria, che finanziariamente traballa un po’ come tutti, ma sta comunque meglio di altri.
Nel 2012 nei capitoli a disposizione dell’assessorato Servizi sociali c’erano 2.530.000 euro, centesimo più centesimo meno, compresi i fondi del piano di zona. Per il 2013 la somma a disposizione sarà, secondo le previsioni, di 2.450.000 euro. Il taglio, dunque, è di appena ottantamila euro. Somme che verranno decurtate un po’ in tutte le voci di spesa, ad eccezione di quei servizi con fondi vincolati, come ad esempio borse di studio o buoni libro.
Le forme di aiuto nei confronti delle persone in difficoltà variano, cercando di fornire un’assistenza diversificata. Per quanto riguarda i cosiddetti “sussidi”, a disposizione ci sono centomila euro (lo scorso anno erano 110.000). Ci sono poi le borse lavoro (in questo caso la cifra è rimasta invariata). Si cerca di affidare qualche lavoro seguendo delle regole per “accontentare” il maggior numero di persone che ne fanno richiesta: al massimo una borsa lavoro a famiglia e al massimo per due o quattro mesi. Per ciascun mese, a fronte di un servizio espletato, vengono corrisposti 400 euro. Ci sono poi i buoni spesa da 25 euro, se ne danno fino ad un massimo di 4. Altre somme vengono impegnate per aiutare chi deve sostenere le spese per una visita specialistica o per chi deve acquistare degli occhiali. Ovviamente si tratta di persone che presentano situazioni di forte disagio economico.
“Ci sono anche dei fondi per i buoni viaggio per chi deve sostenere un intervento o una visita fuori – spiega la dirigente dei servizio socio assistenziali, Francesca Pannuzzo -. C’è pure un fondo per l’assistenza abitativa. Interveniamo, nel limite delle nostre capacità, per pagare qualche mese d’affitto per evitare lo sfratto negli alloggi Iacp. Interveniamo, per come possiamo, per aiutare a pagare bollette o per l’acquisto del latte per i bambini. Noi continuiamo a fornire il trasporto scolastico in modo assolutamente gratuito per i ragazzi delle elementari e delle medie. Certo, occorre fare i salti mortali perchè le somme a disposizione sono quelle che sono, mentre il bisogno aumenta in maniera sempre più consistente”.
A Modica il Piano di riequilibrio fa mancare oltre 500 mila euro, ma si cercano soluzioni eque
A Modica, invece, il taglio è più consistente, perchè deve tenere conto del piano di riequilibrio del Comune che prevede, per tutto il bilancio di Palazzo San Domenico, decurtazioni alla spesa per quasi dieci milioni di euro.
Ai Servizi sociali, per rispettare il piano di riequilibrio, verranno a “mancare” 512,837,93 euro. Oltre mezzo milione, quindi, che si è cercato di ripartire in modo quanto più equo possibile. Nel 2012 nei capitoli di questo assessorato c’erano 3.128.256 euro.
Ma ecco l’elenco dei tagli. Oltre centoventi mila euro verranno da rimodulazioni e diminuzioni orarie di servizi nell’assistenza domiciliare ai disabili. Di questi, 51.148,80 euro verranno dai tagli nelle ore: si passerà da sei interventi settimanali di un’ora ciascuno a quattro, un taglio pari a un terzo. Una “mazzata” per il centro polivalente di Frigintini: il contributo passerà da 117.910 euro a 50.000 euro, con possibile taglio di personale o orari di lavoro a carico del Consorzio che cura la gestione del Centro. Nessuna riduzione per l’assistenza igienico personale per gli alunni disabili (spesa prevista 453.000 euro), nessun taglio per gli asili nido né per il servizio ai malati oncologici. Consistenti i tagli nei servizi di assistenza domiciliare agli anziani. Una riduzione del servizio di Adi (assistenza domiciliare integrata) porterà un risparmio di 104.295 euro. All’Ada (assistenza domiciliare anziani) il taglio sarà di 79.920 euro (si porteranno le ore del personale Osa da 8 a 6 mensili). Un risparmio di 45.000 euro si avrà, invece, per il servizio affido, che sarà posto a carico del Piano di zona. Infine un taglio del 50 per cento dell’assistenza economica: si passa da 100.000 a 50.000 euro.
Anche Ragusa taglia mezzo milione, ma solo ai “sussidi”
Alla luce di questi numeri, la situazione di Ragusa appare “singolare”. E questo perché il bilancio comunale ha avuto a disposizione sempre somme di gran lunga più elevate rispetto agli altri due comuni. Si parla di sei milioni di euro di fondi di bilancio comunale e di 2,5 milioni tra somme derivanti dal piano di zona e da fondi di settore. Un totale di circa 8,5 milioni di euro. Più di tre volte di quelli di Vittoria.
Per questioni legate al patto di stabilità, Ragusa si vedrà costretta a effettuare un taglio. I fondi di bilancio scenderanno da 6 a 5,5 milioni. Mezzo milione “appena”, che verrà decurtato quasi per intero al sempre cospicuo fondo per i cosiddetti sussidi. Fino allo scorso anno, in questo capitolo, c’era poco meno di un milione di euro (970.000 per l’esattezza). In previsione, per il 2013, ne rimarranno “soltanto” 500.000, metà per i sussidi da assegnare tramite appositi bandi, e metà per lavori con appalti di servizi a cooperative sociali di tipo B (custodia nei bagni e nelle ville comunali).
Qualche limatura in altri servizi, ma non si preannunciano – spiega il dirigente del settore, Alessandro Licitra – tagli elevati. Anzi, grazie a fondi extra, come le 600.000 euro dell’Inpdap, potrà essere garantita in modo sempre adeguato l’assistenza domiciliare agli anziani.
Più che tagli, insomma, rivoluzioni nei sistemi di distribuzione delle risorse. In questo senso la scelta di predisporre bandi per l’assegnazione degli aiuti economici potrebbe consentire di raggiungere i soggetti che spesso, pur avendo più bisogno degli altri, non riescono ad accedere ai servizi sociali.
Le proteste, c’è da scommetterci, non si fermeranno, ma la situazione di enorme crisi deve portare a ripensare i servizi, sia pubblici che privati, di aiuto a chi ha bisogno. Dal Comune alla Parrocchia, c’è bisogno – e al Nord Italia ci si lavora ormai da qualche anno – di mettere in atto modelli di collaborazione fattiva e reale, per dare da un lato risposte a chi ha davvero bisogno e dall’altro per scoraggiare chi delle forme di assistenzialismo, da anni, ha fatto la sua unica professione.