Un altro ‘+’ ed un altro ‘+’ a doppia cifra. Dalle parti di patron Passalacqua, vincere non è importante: è l’unica cosa che riesce benissimo. Senza sentimento.
Neppure per un ex capitano come Mara Buzzanca, arrivata a Ragusa a guidare Salerno, autrice di 19 punti, tributata da applausi e striscioni ma anche lei con i 24 punti sul groppone, che dicono della forza straordinaria della Passalacqua.
Quella biancoverde è una macchina schiacciasassi, diciamocelo. Terribile e quasi imbattibile. Solo La Spezia è riuscita a fermarla. Ma è parso più un caso che un indice di vulnerabilità.
L’ultima in casa, è stata il solito snervante monologo di una squadra impressionante, che s’è solo fermata un attimo quando c’è stato l’amarcord per Mara Buzzanca (‘Tributo alla pantera di Patti’ recitava uno striscione), prima di massacrare l’Ipervigile Salerno. L’unico svantaggio a mente che si ricorda in questa partita, è quello di avvio gara con una “bomba” e 0-3. Poi, si sono messe in moto le “bocche da fuoco” ragusane Micovic e Mauriello ed è stato un crescendo rossiniano tra terzi tempi, entrate, “1vs1”, scarichi, tagliafuori, tiri da tre ed un domino imbarazzante anche a rimbalzo (dieci quelli della Caliendo) che ha permesso secondi e terzi tiri che sono risultati spesso determinanti.
Ed anche contro Salerno, quello che ha impressionato della Passalacqua è stata la cattiveria. Una squadra che non molla, che non da tregua, che non si accontenta, che gode ad annientare le rivali. Sembrano tutte emule di Eddy Mercks, tanto cannibalismo agonistico hanno nel massacrare sino alla fine chi sta di là. Non è mancanza di rispetto. E’ più semplicemente “fame” e voglia di A1, da conquistare quando ci saranno i play off.
Il tifo biancoverde è già in countdown verso la “coda” post regular season. Mancano sei partite alla fine della prima parte e alla Passalacqua sono sufficienti cinque vittorie per chiudere al primo posto. Ma se qualcuna delle prossime sei avversarie crede in un rilassamento, può già rimettersi nelle mani della dea della comprensione perché coach Molino, a fine gara, ha detto papale papale che “alla fine del campionato mancano sei partite da preparare bene durante la settimana e da giocare al massimo la domenica”. Insomma, niente regali per nessuno!