Per Catania le cose saranno più semplici: il curriculum di tutto rispetto di questo aeroporto, non solo tra quelli del Meridione ma tra tutti quelli italiani, spiana la strada ad una revisione delle attuali previsioni del Piano Aeroporti.
Più difficile sarà far valere le ragioni di Comiso, che non ha numeri da portare per sostenerle e che potrebbe più facilmente trovare una sua dignità nazionale in un ipotetico sistema aeroportuale unico della Sicilia Orientale Catania – Comiso.
C’è ancora un appuntamento da non mancare per non paralizzare definitivamente lo stato delle infrastrutture e della mobilità nella Sicilia orientale ed è la Conferenza Stato – Regioni che dovrà discutere del Piano Aeroporti e la cui prima riunione è fissata per il prossimo 7 febbraio.
Il Presidente della SAC (Società Aeroporti di Catania, che è socio di maggioranza pure della SOACO che gestisce l’aeroporto di Comiso) Enzo Taverniti confida nel buon senso delle decisioni finali.
Con quali ragioni verrà innanzitutto sostenuta la rilevanza dello scalo di Catania?
Allo stato attuale ci sono 10 aeroporti inseriti nel cosiddetto “Core network Ten-T”, ovvero la rete centrale dei Trasporti europei. Tra questi è stato inserito l’aeroporto di Palermo Punta Raisi e non quello di Catania Fontanarossa perché la rilevanza degli scali è stata determinata in rifermento ai bacini di utenza della città interessate. Ma il bacino di utenza di Catania fa riferimento all’intera Provincia e anche a quelle di Messina, Siracusa, Ragusa e a parte di quelle di Agrigento e di Enna. Il numero degli utenti nella realtà è dunque molto più ampio di quello considerato a tavolino: Catania può dimostrare 7,5 milioni di passeggeri e dimostrare un’attività economica oltremodo rilevante e l’organizzazione del proprio management.
Cosa si aspetta dunque dalla conferenza Stato – Regioni?
So per certo che il Presidente Crocetta non è affatto d’accordo che l’aeroporto di Catania resti in “serie B”. Credo che punterà a far ritornare Fontanarossa nel “Core network Ten-T” e a mantenervi anche Punta Raisi.
E se ciò non accadesse?
Per Catania questo rappresenterebbe un grossissimo problema: solo per gli aeroporti inseriti nel “Core network Ten-T” sono previsti investimenti ingenti, mentre nulla di nulla viene destinato agli altri.
Tuttavia io ho una certa tranquillità rispetto al fatto che le cose andranno bene, perché tutta la classe politica regionale si è ribellata, ben consapevole che se le cose restassero così sarebbe un grave problema per il futuro: credo che questo dovrà avere un peso.
Molto diversa è la forza che può dimostrare Comiso…
Quella di Comiso è una situazione molto particolare: non essendo ancora partito, non ha la capacità di dimostrare il proprio volume di passeggeri ed è per questo che non ci sono stati i presupposti per assegnargli un interesse nazione.
Dunque quali argomenti si dovranno usare?
Pur come scalo regionale, Comiso può e deve essere considerato non da solo ma in relazione a Catania: la Regione ha interesse che le due strutture vadano avanti insieme e vengano considerate come un unico sistema – quasi aeroportuale – quasi un aeroporto con due piste – al servizio della Sicilia Orientale.
E in questo modo ci sarebbero le condizioni per garantirne il funzionamento?
Le condizioni ci sono perché la Regione ha assicurato una copertura di 4,5 milioni di euro per pagare per i primi due anni il servizio dei controllori di volo, che in uno scalo regionale dev’essere necessariamente sostenuto con risorse locali.
Per l’apertura dell’aeroporto di Comiso si era fissata una data (l’ennesima) per i primi giorni di aprile: è realistico che la si rispetti?
Come soci di maggioranza della Soaco, siamo consapevoli che ci sono ancora dei problemi di ordine pratico, ma sappiamo che il Presidente Dibennardo sta lavorando per risolverli rapidamente.
Giusto per dirne qualcuno: sono ancora necessarie modifiche alla base dei Vigili del Fuoco, non sono stati definiti i posti per le forze dell’ordine, non c’è un serbatoio carburante.
Diciamo che se in questo momento riuscissimo a chiudere un accordo con qualche compagnia aerea, dovremo chiarire che ci sarà bisogno ancora di due o tre mesi di tempo (salvo complicazioni) per rendere possibili i decolli.