Sono 11 gli indagati per il presunto traffico illecito di rifiuti, in particolare reflui fognari scaricati nel mare ibleo, che ha coinvolto i villaggi turistici di Baia Samuele e Marsa Siclà a Sampieri, a cui sono stati apposti i sigilli da parte di Carabinieri e Capitaneria di porto.
Gli indagati sono i legali rappresentanti delle due strutture, il titolare della ditta modicana di espurgo pozzi neri “Buscema”, che pare si occupasse di smaltire i reflui senza seguire la prassi e due funzionari del comune di Scicli.
Due informazioni di garanzia con invito a comparire sono state già notificate in queste ore ad altrettanti funzionari del settore manutenzioni ed ecologia del comune di Scicli: si tratta del caposettore e dell’addetto agli ufficio manutenzione ed ecologia. Entrambi saranno interrogati in riferimento alle ipotesi di reato di omissioni di atti d’ufficio collegate allo smaltimenti abusivo di reflui provenienti dalle fosse settiche dei due villaggi turistici. Alle due società che gestiscono Baia Samuele e a Marsa Siclà sarebbero stati forniti dai due funzionari indagati parere favorevole allo scarico dei reflui fognari nella condotta comunale di Scicli, non effettuando i preventivi controlli per evidenziare le carenze strutturali in materia di smaltimento accertate in questi mesi a carico delle due strutture ricettive.
Le indagini, avviate dalla Procura di Modica la scorsa estate e coordinate dalla Procura distrettuale antimafia etnea, forniscono una prima risposta all’inquinamento marino che ha riguardato il tratto di mare compreso tra Marina di Modica e Sampieri. Le persone indagate avrebbero smaltito illegalmente in mare e nelle campagne circostanti i reflui fognari delle fosse settiche delle due strutture ricettive, che in estate registrano picchi di presenze ben oltre le mille unità al giorno.
Una stradina, nei pressi del Marsa Siclà, sbocca in una sorta di pantano, che, stando alle indagini, veniva utilizzato per lo smaltimento illegale dei reflui fognari. Reflui che poi andavano a finire direttamente a mare, causando la formazione delle chiazze scure che preoccupavano i bagnanti e che avevano fatto scattare le indagini. Oltre a questo canale erano altri i punti utilizzati per scaricare i reflui illegalmente.
In questo modo, i responsabili dei villaggi turistici Baia Samuele e Marsa Siclà, il cui valore è stimato sui 30 milioni di euro e con un volume d’affare tra i più grossi d’Italia, risparmiavano sui costi di smaltimento dei reflui nelle strutture attrezzate.